Sono in molti a trovare le palme estremamente affascinanti: sarà che basta averne un solo esemplare in giardino per fantasticare di incantevoli località tropicali. Oggi parleremo in particolare della palma del Madagascar o Pachypodium. A questo genere appartengono una serie di piante arbustive o arboree con sembianze diverse: tra queste, il P. lamerei (che ha un lungo fusto ricoperto di spine e un “ciuffo” di foglie sulla sommità), il P. baronii (anch’essa con fusto spinoso e con fiori di colore rosso brillante) e il P. brevicaule (mantiene piccole dimensioni, produce fiori gialli e spine coniche).
Come suggerisce il nome stesso del genere, stiamo parlando di piante che provengono dall’Africa meridionale e dal Madagascar, quindi da zone a clima tropicale. Il nome scientifico Pachypodium in greco significa “grosso piede”, ad indicare la particolare forma del tronco: tozzo alla base e via via più snello nella parte alta. Nonostante le apparenze, il fusto è succulento ed è in grado di immagazzinare acqua per resistere ai periodi di siccità.
Naturalmente alle nostre latitudini la palma del Madagascar non può essere tenuta all’esterno, considerando che anche in inverno la temperatura dovrebbe essere elevata o comunque non inferiore ai 15 gradi, pena la morte della pianta. Al contrario, il caldo estivo anche intenso non rappresenta un problema, purché accompagnato da una buona aerazione.
La prima cosa da fare quando si acquista una pianta di Pachypodium è trovale la giusta collocazione: è bene scegliere un ambiente luminoso, anche al sole diretto. In quest’ultimo caso, tuttavia, assicuriamoci che il terreno si mantenga sempre un po’ umido irrigando con costanza durante il periodo estivo. Con l’arrivo dell’autunno potremo ridurre significativamente le quantità, intervenendo di tanto in tanto in modo da non lasciare la pianta proprio all’asciutto. Ma attenzione, in ogni caso, a non abbondare troppo con le quantità: i ristagni di acqua nel sottovaso sono dannosi quanto la siccità!
Date queste premesse, si capisce bene che il terreno dovrà essere dotato di un ottimo drenaggio: per riempire il vaso potremo quindi utilizzare un composto poroso ma allo stesso tempo ricco di sostanze organiche, in modo che la nostra palma abbia a disposizione il giusto nutrimento. Si potrà utilizzare un terreno per cactacee, al quale aggiungeremo della sabbia grossolana. Il rinvaso va effettuato ogni 3-4 anni circa a fine inverno.
Ricordiamo infine che le spine della palma del Madagascar sono tossiche e quando pungono possono irritare la pelle e provocare una sensazione di intorpidimento: sarà bene quindi maneggiarle solo indossando robusti guantoni.