Per avvitare le viti nel legno si impiegano utensili detti cacciaviti che possono avere diverse forme e misure (fig. II-29 e II – 30) ; il cilindro di acciaio, che ne costituisce la parte principale, è smussato, ad una estremità, da ambedue le parti in modo da poter essere introdotto nella fenditura che si trova nella testa delle viti. Il manico è in generale di legno o di materiale plastico. I cacciaviti rinforzati (fig. II – 31) hanno la lama di forma quadra od esagonale con sezione di notevole spessore; la lama presenta inoltre delle rigature che permettono una maggiore aderenza dell’utensile alla vite. Esistono anche caccia-viti con la lama girevole sia a destra che a sinistra detti cacciaviti a cricchetto; tali utensili servono in particolare per stringere viti alloggiate in punti non facilmente accessibili. Per lo stesso scopo si usano anche i cacciaviti automatici (fig. II – 32) che presentano, oltre alla rotazione automatica della lama, la possibilità di cambiare facilmente la lama stessa che è fissata da uno speciale mandrino.
È importante disporre di un cacciavite per ogni tipo di lavoro che si deve eseguire, cioè pressappoco per ogni grandezza di vite che si impiega. Non si deve fare l’errore di usare un cacciavite piccolo per una grossa vite o viceversa: infatti nel primo caso si finisce quasi sempre per piegare e guastare l’utensile e nell’altro (fig. II- 33) la testa della vite si rovinerà, di modo che il cacciavite scivolerà via rendendo inoltre inservibile la vite stessa. Un’altra importante avvertenza nell’uso del cacciavite è che l’utensile mentre si lavora non deve pendere da una parte altrimenti lo sforzo esercitato dalla lama del cacciavite stesso viene concentrato su un solo lato della gola esistente sulla testa della vite riducendola inevitabilmente in cattiva condizione.