Case in legno tradizionali
Da sempre il legno viene utilizzato per costruire le case in montagna, perché garantisce un’ottima coibentazione termica, ma anche perché è un materiale facilmente reperibile nel territorio, e quindi a basso costo. Per molto tempo, sull’arco alpino, le abitazioni sono state costruite interamente in questo materiale, con l’esclusione della canna fumaria e di pochi altri elementi, secondo criteri che rispondono a esigenze ben precise. Il luogo su cui costruire deve essere sicuro, lontano, cioè, dal pericolo di frane, valanghe e inondazioni, di facile accesso e relativamente vicino ai terreni da coltivare o ai pascoli. La zona deve essere rivolta a Sud, servita da una fonte di approvvigionamento idrico e ben collegata con la rete stradale di fondovalle e con gli insediamenti urbani limitrofi. I dettagli delle costruzioni, lo stile e le decorazioni variano da una zona all’altra, ma l’architettura è simile. Le pareti sono rialzate da terra di una decina di centimetri, per proteggere la facciata dall’umidità ma anche dalla pioggia battente. Le pareti hanno spessore piuttosto elevato per assicurare la portanza, ma anche per garantire un buon isolamento. L’altezza dei piani è ridotta, in modo da favorire un riscaldamento veloce dell’ambiente e mantenere a lungo il calore.
Il tetto è solido, in stile essenziale, di pendenza variabile. Se la casa è posta in una zona piovosa, infatti, le falde sono molto pendenti, per facilitare lo scorrimento dell’acqua pluviale; se, invece, nevica spesso, le falde hanno un’inclinazione inferiore: la neve, essendo un isolante, deve restare sul tetto il più a lungo possibile. Le caratteristiche costruttive variano a seconda della zona: si possono trovare, a esempio, case in legno composte da corpi separati, con il nucleo rivolto a Sud e i magazzini e le stalle di fronte, a lato o a monte. Dove il clima è più rigido si trovano, invece, caseggiati unici, coperti da un solo tetto.
Prefabbricate in legno e moderne
Nelle aree montane, ma anche in pianura e nelle zone rurali, si tende oggi a costruire case prefabbricate in legno di concezione attuale, dove l’elemento base è costituito da una trave o da un tronco con incastro maschio-femmina sulla sezione longitudinale, per permettere l’inserimento degli elementi che formeranno le pareti dell’edificio. Queste possono essere in abete o in pino, massiccio o lamellare, con spessore variabile dai 70 ai 230 mm. Vengono fissate al sottostante basamento in cemento. Gli impianti tecnici sono esattamente gli stessi di quelli di una casa costruita tradizionalmente e vengono incassati nelle pareti. Occorre, invece, progettare fin dall’inizio la collocazione della canna fumaria e del camino: le parti in legno, infatti, non devono entrare in contatto con la zona calda.
Per edificare una casa in legno ci si deve attenere alle stesse procedure richieste per gli edifici tradizionali: concessione edilizia, calcoli strutturali e disegni degli impianti. Nelle zone residenziali di pianura è bene verificare l’attuabilità del progetto, in quanto è possibile che alcuni Piani Regolatori Comunali non prevedano la costruzione di edifici in legno. La conseguenza è che il Comune, in questo caso, potrebbe non concedere l’autorizzazione edilizia.
Tecniche di costruzione
Le case in legno possono essere edificate seguendo tecniche differenti. La più utilizzata prevede il pre-assemblaggio delle singole parti, semplificando il lavoro e con notevole risparmio di tempo. La messa in opera dura infatti 3 mesi circa, e può avvenire in qualsiasi condizione atmosferica. Vengono realizzati pannelli o assi incrociate, poi rivestite, una volta posate in opera, con vari materiali di finitura, come perline o mattoni a vista per ottenere un effetto rustico.
Un’altra tecnica è quella a telaio, che consiste nell’assemblaggio in cantiere dell’intera struttura della casa, formata da travi in legno e pilastri collegati da giunti, che possono rimanere a vista. Questa “ossatura” molto resistente consente di fare a meno di muri e di ripartizioni di carichi e permette di ottenere ambienti molto spaziosi, con stanze alte, soffitti a volta e vetrate.
Il legno in edilizia i vantaggi
Il legno viene utilizzato in edilizia in quanto materiale elastico, resistente alle sollecitazioni, con basso peso specifico e buona lavorabilità. La bassa conducibilità, unita all’inerzia termica, consentono di ridurre le perdite di calore, diminuendo il fabbisogno energetico degli edifici. Con una casa di legno, infatti, è possibile risparmiare il 40-50% di energia rispetto a un’analoga costruzione in cemento o in mattoni. Ulteriori vantaggi derivano dalle elevate proprietà fonoassorbenti e dal fatto che non dà luogo a campi magnetici. Con le nuove tecniche, inoltre, il legno da costruzione viene trattato con sostanze ignifughe che ritardano l’azione del fuoco. A ciò si aggiunge anche la resistenza ai sismi, Rispettoso dell’ambiente il legno è un materiale ecosostenibile, in quanto rinnovabile e riciclabile, consuma pochissima energia nelle fasi di produzione e di posa e, una volta messo in opera, non rilascia sostanze o polveri nocive. Il suo smaltimento non comporta processi inquinanti, e se viene utilizzato per la termovalorizzazione, restituisce l’energia accumulata.
Manutenzione del legno
Per mantenersi nel tempo il legno necessità di cure particolari, soprattutto quando è utilizzato in esterno. Il materiale è infatti sensibile all’umidità, al clima troppo secco, alle variazioni di temperatura e all’attacco di muffe e di insetti xilofagi. Per proteggere le parti lignee dalla pioggia battente, nelle case di montagna vengono utilizzati particolari elementi architettonici, come spioventi molto ampi e gronde sporgenti. All’interno della casa bisogna avere cura che non si formi la condensa, soprattutto in cucina e in bagno e, nello stesso tempo, evitare il caldo troppo secco. Importante è anche la scelta del legno, che deve essere ben stagionato e selezionato. Le varietà più adatte all’esterno sono il larice, l’abete, la robinia, il rovere e il pino, da verniciare, questo, con pigmenti scuri.
l legno attaccato da insetti deve essere trattato con specifici prodotti antiparassitari. ln caso di muffe localizzate, si effettueranno interventi antimuffa ogni 3-5 anni. Se si tratta di recuperare un legno antico, bisogna prima di tutto verificare lo stato del materiale. In caso di strutture particolarmente fragili o di sporco superficiale, può bastare un’accurata pulizia con un’idropulitrice. Se è necessario un trattamento più profondo, anche per togliere eventuali residui di precedenti verniciature, si può intervenire con la sabbiatrice. Vanno assolutamente evitate operazioni troppo invasive come le lamature, le raschiature, l’uso di solventi e l’asportazione di parti, in quanto potrebbero compromettere la solidità del legno e causare danni in profondità.
Certificazione sulla provenienza del legno
L’attenzione nei confronti della deforestazione mondiale, legata allo sfruttamento indiscriminato delle aree boschive, ha portato alla diffusione, negli ultimi anni, di una certificazione volta a garantire forme di gestione forestali corrette e sostenibili. Si tratta di un’attestazione, rilasciata da un organismo indipendente dopo una procedura di verifica riconosciuta e collaudata. Ha lo scopo di sensibilizzare il consumatore finale all’acquisto di prodotti realizzati con legno e nel nostro caso di case prefabbricate in legno affinchè esso sia proveniente da foreste gestite in base a criteri di sostenibilità ambientale.
I sistemi di certificazione più diffusi sono il Forest Stewardship Council e il Programme for Endorsement of Forest La prima è un’organizzazione internazionale non governativa, indipendente e senza fini di lucro, nata in Canada nel 1993 grazie a un gruppo di associazioni ambientaliste, tra cui Greenpeace, Wwf e Legambiente. Non rilascia direttamente certificazioni, ma accredita gli enti che hanno il compito di controllare il rispetto degli standard di produzione stabiliti dall’Fsc e la rintracciabilità dei prodotti. Tra i principi stabiliti da questa organizzazione rientrano il rispetto delle leggi, dei trattati e degli accordi in materia di gestione forestale presenti nel paese interessato, il rispetto dei diritti delle popolazioni indigene, il miglioramento del benessere sociale dei lavoratori forestali e delle comunità locali, la conservazione della biodiversità forestale, dell’ecosistema e delle risorse.
Anche il Pefc è nato nel 1998 come iniziativa volontaria non profit e non governativa di alcuni Paesi del Nord Europa. Il suo schema di certificazione è basato su sei criteri pan-europei, che fanno da linee guida comuni al problema della gestione forestale: la cura e lo sviluppo delle risorse forestali, la salute dell’ecosistema boschivo, la promozione delle produttività delle foreste, la salvaguardia della biodiversità nell’ecosistema forestale, la protezione dell’acqua e del suolo e il miglioramento delle condizioni socio-economiche dei lavoratori addetti e delle comunità locali.