Un impianto termico obsoleto può diventare anche poco sicuro per la nostra salute, senza contare che comporta inoltre un danno per l’ambiente -perché consuma più energia e inquina maggiormente l’aria- e per le nostre tasche -perché fa balzare alle stelle la bolletta. Quindi forza, non tergiversiamo e diamo ascolto alle nostre vecchie caldaie che, quando sono “stanche”, faticano a fare il proprio lavoro e lanciano inequivocabili segnali: dal primo gorgoglìo che si trasforma presto in un sordo martellamento, al tempo infinito (con spreco energetico) che ci mettono a scaldare l’acqua… Con che cosa potresti sostituirle? Con uno dei generatori di calore che ti proponiamo in questa guida.
La caldaia a condensazione
Tra le tecnologie a cui potresti ricorrere per sostituire la caldaia obsoleta, la condensazione (a gas) è sicuramente quella attualmente più diffusa e, a dire il vero, apprezzata perché in grado di riscaldare risparmiando energia, limitando le perdite di calore e sfruttando nel modo migliore il combustibile. Quello che caratterizza queste caldaie è la loro capacità di raffreddare i fumi di scarico, a temperature alle quali il vapore acqueo -contenuto nei fumi stessi- condensa (quindi torna allo stato liquido) permettendo di recuperare il 18% circa di energia, ri-cedendola all’impianto che, così, raggiunge anche rendimenti più elevati con picchi del 110%. Insomma, quello che nelle caldaie tradizionali avrebbe causato danni -la condensa- in questi tecnologici generatori di calore diventa una risparmiosissima risorsa! Ma c’è di più: molti modelli ormai sono anche “Solar friendly” e interagiscono con i sistemi solari per ridurre ulteriormente i consumi.
Caldaia e stufa a pellet
Una valida eco-alternativa sono i generatori di calore alimentati a pellet, dei mini-trucioli di segatura pressata dall’elevata resa termica e privi di umidità e collanti. Generatori che si adattano a molti impianti termoidraulici già esistenti, sia ad alta temperatura (termosifoni) sia a bassa (pannelli radianti). I risparmi? Grazie a rendimenti termici del 90% e a un’ottimizzata gestione elettronica della combustione, arrivano anche al 40%, riqualificando energeticamente la casa e potendo quindi accedere alle detrazioni fiscali del 55%, attive.
Pompa di calore
Sei green nell’anima e credi fermamente che si possano ulteriormente dimezzare i consumi e le emissioni di CO2? Allora il tuo nuovo generatore è la pompa di calore che, per riscaldare, non si affida alla combustione ma a una fonte di calore esterna di tipo ambientale: l’aria, l’acqua o il sottosuolo. Ed è proprio da una di queste fonti che la pompa ricava calore per riscaldare la temperatura, distribuendola all’interno dell’edificio. I modelli attualmente più comuni sono elettrici e di tipo “aria-aria” e “ariaacqua”, dove il primo termine indica la fonte di approvvigionamento del calore e il secondo la forma con cui il calore viene distribuito all’interno dell’abitazione. Due ottime soluzioni dal “coefficiente di resa” (cioè il rapporto tra l’energia prodotta e quella assorbita) molto elevato: basti pensare infatti che la pompa, assorbendo appena 1 kilowatt di energia elettrica, restituisce 4 kilowatt termici. Che, a conti fatti garantisce un gran bel risparmio! I costi? Una pompa che riscalda (e raffresca) 100 mq può costare indicativamente €6.5007.500, installazione inclusa, mentre per il modello aria-acqua, solo per riscaldamento, la spesa complessiva sale indicativamente a €11.500-13.500.
Sistema geotermico
E ora te la senti di passare al sistema geotermico a bassa temperatura per riscaldare e raffrescare casa sfruttando l’energia del sottosuolo? Ecco come funziona: 1. prima si realizza un sistema di captazione interrando nel terreno -sfruttato come serbatoio di calore- delle speciali sonde o condutture nelle quali circola un fluido termovettore. Tali sonde, una volta riscaldate, trasferiscono il calore al cuore del sistema, la pompa di calore cui sono collegate; 2. quindi si passa al sistema di distribuzione, adottando dei terminali che lavorino a basse temperature (30-35°C) come i pannelli radianti e i ventilcovettori. Un serbatoio di accumulo per l’acqua calda va sempre previsto, per disporre quando serve di acqua calda per riscaldare e per usi sanitari. Quanto costa? Variabili e incognite a parte, circa €3.000 per ogni kilowattora di potenza.
Pannelli radianti
Pensi ancora ai sistemi radianti ad alta temperatura degli anni scorsi? Dimenticali! Gli attuali sistemi di riscaldamento a pannelli, da abbinare preferibilmente a eco-generatori di calore, sono un risparmioso sistema di distribuzione a bassa temperatura, realizzato con circuiti di tubazioni annegate sottopavimento, a parete o a soffitto, al cui interno circola il fluido termovettore (l’acqua). Ognuno di questi circuiti viene poi collegato a un punto di raccordo comune -il collettore- da dove può essere disinserito o regolato. Molti i vantaggi sulla salute: il calore, più naturale, viene ceduto e irradiato in modo graduale e uniforme, rendendo più veloce la termoregolazione del nostro corpo e ampliando la percezione di comfort termico. Il costo (medio) della posa è di €15-30/mq.
Impianti integrati
Chiudi gli occhi e, dopo quello che hai appena letto nelle parti precedenti, immagina come potresti ristrutturare la tua casa progettandola termicamente perfetta… Fatto? Ora apri gli occhi e confronta l’immaginazione con la realtà che ti proponiamo noi, fatta di abitazioni che si sono dotate di sistemi integrati capaci di gestire e armonizzare più eco-generatori di calore (pompe di calore, pannelli solari, camini) con lo scopo di lavorare in sinergia per abbattere il fabbisogno energetico. Ma che in sostanza fanno molto di più, rappresentando una catena logica di eco-soluzioni mirate a migliorare risparmio, funzionalità, comfort, benessere ed equilibrio ambientale.